In Puglia, nell’agro brindisino, a 68 metri sul livello del mare, sorge Erchie, comune italiano di circa 9000 abitanti. Questo piccolo centro agricolo è al confine con le tre province salentine di Brindisi, Taranto e Lecce ed è situato nel cuore culturale del Salento centro-settentrionale.
Le origini di Erchie si fanno risalire intorno ai secoli VI e V a.C. quando i Messapi dettero il nome di Herculea al sito dove ora sorge Erchie. Nel tempo i Messapi, dapprima rozzi ed incivili, cominciarono ad essere un popolo più progredito ed iniziarono la costruzione di mura fortificate e di "specchie", che ubicarono con un certo ordine in tutto il Salento: alcuni ritengono che fossero monumenti funerari, altri, torri di avvistamento in zone pianeggianti. Con l'ascesa di Roma, la piccola Heraclea, anche per la vicina presenza di Mandurium e della più ingombrante Tarentum, fu messa in disparte fino a quando, intorno al I secolo d.C., fu necessario avere delle borgate rurali e il nome Heraclea divenne Hercle. Solo verso la fine del XVII secolo il nome del casale diviene definitivamente Erchie.
Nel 1754 la popolazione è di poco inferiore alle mille persone e il 90% degli abitanti è dedito all'agricoltura e alla pastorizia. Nel 1800 il Comune distingue gli abitanti in tre categorie: i nobili, le persone "civili" (medici, chirurghi, giudici), gli "artieri e i campagnoli". Politicamente, le tendenze politiche erano espresse dalle due fazioni dei "Ruspi" e degli "Scursuni".
Nel 1862 il territorio di Erchie è percorso da bande di briganti, sconfitti poi da un reggimento di fanteria e dalla Guardia Nazionale di Erchie il 16 dicembre 1862.
Nel 1918 si abbatte sul paese "la Spagnola". La terribile epidemia procurò una mortalità del 5% della popolazione.
Nel 1920, fortunatamente con un solo decesso, ma con la perdita di tutte le riserve di olio, vino, grano, legumi e altro, il centro del paese è sommerso dall'acqua per un'altezza di circa 2.50 mt.
Notevole è stato il contributo di vite alla causa italica degli ercolani, i quali si sono distinti nella prima e seconda guerra mondiale.
Nel maggio del 1959 aprono gli sportelli della Cassa Rurale ed Artigiana.
La posizione strategica, il clima, la vicinanza con il mar Jonio e la qualità della terra, hanno reso Erchie un luogo privilegiato per la produzione di varie qualità divino tra le quali il Primitivo di Manduria e il Negroamaro. Il suolo qui è un fattore dominante e segno inconfondibile di qualità e tipicità dei prodotti: i terreni sono di medio impasto, argillosi e ricchi di calcare.
Felice Mergé ha scelto Erchie per fondare Masca del Tacco guidato dalla passione per la Puglia e per quel vitigno che da sempre ne rappresenta il simbolo e l’essenza: il Primitivo.
L’azienda attualmente conduce circa 200 ettari vitati di proprietà e in affitto, allevati ad alberello e a cordone speronato.